Un nostro studente di terza ITI selezionato tra i sei finalisti del concorso 1000xChemistry

Il Polo Tecnologico Imperiese vuole complimentarsi con lo studente Andrea Muscatiello di 3CH per essere stato selezionato tra i sei finalisti del concorso 1000xChemistry, un contest di scrittura creativa dedicato alla chimica e promosso dalla Società Chimica Italiana e dalle Edizioni Wiley-VCH.
Il nostro studente ha partecipato assieme ad altri 20, tra studenti, ricercatori universitari e divulgatori di professione di tutta Italia alla competizione con un testo che ricorda nello stile e nei temi le Cosmicomiche di Italo Calvino. Il suo manoscritto ha convinto la giuria, facendolo avvicinare molto al podio, un ottimo risultato per un ragazzo non ancora diplomato, se rapportato ai vincitori di quest’anno (due professori di scuole superiori e due ricercatori universitari).

Ecco il racconto:

CHIMICOMICHE

di Andrea Muscatiello

Dalle Cosmocomiche (I. Calvino) alle Chimicomiche: storie e racconti umoristici e paradossali relativi agli elementi, alle formule e ai processi della chimica

Neutrone, questo è il nome che mi si potrebbe attribuire, sono il primo di due fratelli. Fin dalla nascita sono sempre stato attaccato e legato a Protone, mio fratello maggiore, con il quale ho instaurato un rapporto che penso sia realmente inseparabile. Siamo sempre stati costretti a rispettare una legge che vigeva per entrambi, la quale costringeva ognuno a rimanere in una posizione fissa, senza potersi muovere liberamente. L’impossibilità di cambiare posizione ha sempre riscontrato in Protone un’infelicità generale, poiché, dal suo punto di vista, impediva l’indipendenza di scegliere. Io sinceramente non ho mai capito la sua lamentela, forse per la mia paura di rimanere da solo o per il mio carattere introverso, ma questa nostra disposizione che non poteva mai cambiare mi dava un senso di tranquillità e sicurezza. Questo argomento era il tema principale trattato tra me e lui, il quale ascoltando il mio punto di vista cercava di capire come mi potesse piacere rimanere fermo sempre nello stesso posto; nonostante non avesse il mio stesso punto di vista, non mi ha mai dato contro. Ad aumentare la voglia di muoversi, di mio fratello Protone, ci pensavano i miei cugini Elettroni, loro infatti non hanno mai avuto delle regole da rispettare rigorosamente, ma sono sempre stati liberi di muoversi a loro piacimento. Protone non ha mai compreso la motivazione per cui non potesse essere come loro, ma, nonostante ciò, non si è mai rassegnato, cercando in ogni modo una metodologia per infrangere quelle leggi ferree che lo privavano, secondo lui, della vita. Sono sempre stato in disaccordo con questa idea, perché sostengo che dietro queste regole c’è una ragione, da me ancora sconosciuta, che ci permetta di rimanere in sintonia e tranquillità, trovando sciocco la voglia di cambiare le cose. Recentemente però ho iniziato a vedere comportamenti anormali da parte di mio fratello: non parlava per molte ore, non mi rispondeva alle domande, come se fosse caduto in una depressione profonda; a vederlo stare in quelle condizioni mi dava un senso di angoscia che si ampliava dentro di me avendo la consapevolezza che non potevo aiutarlo in alcun modo. Dopo due settimane, finalmente si degnò di rivolgermi la parola, e con un ghigno quasi malvagio sul volto, mi fece vedere una lettera che aveva ricevuto. La lettera proveniva da un certo signore mio omonimo, Neutrone, il quale sosteneva che aveva trovato una sostanza in grado di cambiare la nostra situazione, permettendo di dividerci e muoverci come ci piacesse [1]. L’idea mi sembrava nel complesso totalmente assurda, ma senza aver nemmeno proferito parola, Protone esclamò con enfasi che ormai l’aveva ordinata e una volta consegnata si sarebbe diviso per sempre da me, partendo per una vita che aveva sempre sognato. Il tentativo di fargli cambiare idea era ormai improponibile, era convinto nella sua idea e l’avrebbe portata al termine a tutti i costi. L’entusiasmo di mio fratello era palpabile, avrebbe ottenuto finalmente ciò che voleva nella vita. Dopo una settimana, che mi pareva infinita, arrivò finalmente la famosa sostanza che a prima impatto poteva sembrare un barattolo vuoto. Le indicazioni spiegavano come il contenuto del contenitore dovesse essere rilasciato nell’aria e nell’arco di pochi minuti avrebbe fatto effetto. L’entusiasmo di mio fratello si spense gradualmente, come se stesse ripensando alle conseguenze irreversibili che stava per causare. Mi guardò intensamente, quasi cercando il consenso da parte mia, che non avrebbe mai ottenuto. Con un gesto impulsivo aprì il barattolo che teneva strettamente tra le mani e con gli occhi di una persona finalmente realizzata mi salutò per l’ultima volta; un fascio di luce che proveniva dal cielo ci divise completamente e un colore azzurrino mi avvolse totalmente, lasciandomi da solo [2]. Ed ora eccomi qua, circondato dalla mia paura più grande, la solitudine, in un luogo che riconosco a fatica e un vuoto al mio fianco. Non avrei mai pensato che il legame che avessi con mio fratello potesse mai rompersi e invece pure le uniche mie certezze si sono dissolte in bagliore azzurro. Ora devo capire che non mi posso più affidare a nessuno ma basarmi completamente sulle mie forze, capendo che anch’io devo godermi la vita non pensando a ciò che è passato ma a ciò che verrà.

[1] Si parla qui della fissione nucleare processo di disintegrazione durante il quale nuclei pesanti, come quelli dell’uranio o del torio, se opportunamente bombardati con neutroni, si dividono in due frammenti, entrambi di carica positiva, che si respingono con violenza allontanandosi con elevata energia cinetica (http://www.mase.gov.it)

[2] Si parla qui dell’effetto Cerenkov, l’emissione di radiazione dovuta al passaggio di particelle elettricamente cariche che attraversano un mezzo con velocità superiore a quella della luce nel mezzo considerato. (https://www.chimica-online.it)